pranzo di natale classico

Natale, è stato un pranzo più ricco quest’anno per gli italiani

Gli italiani hanno speso a tavola quasi 2,6 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale che quasi nove italiani su dieci (85%) hanno trascorso a casa con parenti o amici. E’ questo il bilancio stimato dalla Coldiretti dal quale emerge un aumento del 9% rispetto allo scorso anno.

Se nel menu della vigilia – continua la Coldiretti – è stato servito soprattutto il pesce presente in 8 tavole su 10 (81%), a Natale prevale la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,8 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè dal quale si evidenzia il ritorno delle grandi tavolate con in media 9 persone a condividere il menu più importante dell’anno.

Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per nove italiani su dieci (91%) e supera la frutta locale di stagione (88%), mentre il panettone con il 79% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 72% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in quasi la metà delle famiglie (48%).

La maggioranza delle tavole sono state imbandite con menu a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata – conclude la Coldiretti – in 900 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 430 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 280 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 480 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 180 per pasta e pane e 130 milioni di euro per formaggi e uova.

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Pranzo di Natale, tutti pazzi per tortellini e panettone

Sulle tavole del Natale non mancherà panettone (73%) e tortellini in brodo (44%), ma anche pandoro (33%) e cappone (16%). E’ quanto emerge da un’indagine promossa dalla Camera commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con Confcommercio Milano, Bit, Homi e Tuttofood e realizzata da Digicamere.

Il dato di consumo è calcolato su un campione italiano prevalentemente lombardo (90% Milano e Lombardia, 10% resto d’Italia). Tra i cibi alternativi hanno la meglio pietanze come le lasagne vegetariane (33%). Per lo stile sulla tavola delle feste vincono invece le candele (52%), seguite dalle decorazioni commestibili (24%) e dalle corone natalizie (22%). Per la casa i trend sono gli alberi di Natale monocolore per il 43% e il presepio illuminato per il 38%, ma anche addobbi sospesi per il 32%. I settori agricoli legati alle feste riguardano gli alberi di Natale, frutta, ortaggi, carni suine e fiori in colture protette. Prime in Italia per totale imprese dei settori sono Catania, Trapani con oltre 8 mila imprese, Treviso con oltre 7.546 (+17,9%), Cuneo con 6 mila (+16,9%), Bari con 5.736 (+22,1%), Verona con 5.725 (+14,9%).

Superano le 5 mila anche Salerno, Foggia e Ragusa. Un’attività su dieci circa è straniera a Ragusa (9,4%) e Prato (8,7%). In totale sono 193 mila le aziende in Italia con 276 mila addetti (Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al terzo trimestre 2019, 2018 e 2014).

Mercatini di natale

Natale, agricoltori italiani: tutti a tavola, vincono le ricette tradizionali

Torna protagonista la tradizione a tavola per le feste di fine anno che, come ogni anno, ha la meglio sulle mode esotiche in cucina. A vincere, come sempre, sono pranzi e cene casalinghi con prodotti legati al territorio per una spesa complessiva di 4,8 miliardi di euro tra Natale e Capodanno. Sono le stime di Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui oltre due italiani su tre trascorreranno le festività tra le mura domestiche con parenti e amici, preferendo piatti locali nel 75% dei casi.

Se le classiche tavolate natalizie assorbiranno fino a 2,8 miliardi, in media 140 euro a famiglia, quasi 2 miliardi è il budget alimentare previsto per allestire il cenone di Capodanno e il pranzo del primo gennaio nelle case. Il 25% degli italiani, invece, sceglierà ristoranti, trattorie o agriturismo per attendere l’arrivo del 2020. Nei menu, segnala Cia, vincono le ricette tradizionali e regionali e quindi ragù, bollito, tortellini in brodo, verdure pastellate, abbacchio, cotechino e lenticchie, pandoro e panettone.

Per il cenone della Vigilia le famiglie compreranno per lo più pesce per 500 milioni di euro, tra alici, baccalà, orate, spigole, trote e capitone. Anche in queste feste, poi, spumante e prosecco trionferanno sullo champagne, con il 90% dei brindisi tricolori e oltre 70 milioni di tappi pronti a saltare da qui all’anno nuovo. Menu locali e legati al territorio vinceranno anche negli agriturismi, dove le tradizioni della cucina contadina vengono valorizzate dagli Agrichef Cia.

Secondo l’associazione agrituristica Turismo Verde, queste lunghe festività premieranno la vacanza in campagna (+6%), soprattutto sul fronte della ristorazione.

Merito anche dei prezzi competitivi, con la possibilità di pacchetti e offerte last minute.