Si chiama Cocciula a sa Casteddaia, nel sud della Sardegna, questa ricetta di mare semplice e infallibile. In italiano: Arselle alla cagliaritana, o ancora più semplicemente Arselle alla sarda. “Sa Casteddaia” è la Cagliaritana, e ci sono altre ricette tipiche del capoluogo sardo che portano tale nome, in particolare la Burrida a sa casteddaia, un piatto a base di gattuccio marino, aceto e noci e l’Aligusta a sa casteddaia – aragosta condita alla cagliaritana. Ma torniamo alle nostre arselle.
Che differenza c’è tra arselle e vongole? Tantissime! Appartengono addirittura a due famiglie diverse. In questo caso, però, non ce n’è alcuna. Perché??? Perché in Sardegna si chiamano “arselle” i frutti di mare che “in Continente” (ossia nell’Italia non-insulare, detto “alla sarda”) si chiamano “vongole”. E vongole veraci nostrane, per di più! Già, perché se purtroppo in quasi tutto il mare che bagna l’Italia, la pregiata e saporitissima vongola verace nostrana è stata quasi totalmente soppiantata da quella filippina, il mare sardo è riuscito a resistere più a lungo all’invasione.
La ”cocciula” è dunque la vongola verace autoctona, di cui esistono diverse varietà (bianca, nera e pintada, ossia bianco-nera, e poi arubbia, de sanguni…). Purtroppo da 5 anni a questa parte, anche il mare di Sardegna è stato infestato. Resistono alcune sacche, come parti dello Stagno di Santa Gilla a Cagliari (una delle più importanti aree umide d’Europa) e la laguna di Arborea, nei pressi di Oristano, dove vivono le arselle di Marceddì, protette da Slow Food, la grande associazione impegnata da decenni a ridare valore al cibo genuino e ai suoi produttori.