muffa

Muffa nel cibo, non tutti gli alimenti possono essere salvati

La muffa che si crea sugli alimenti, talvolta, è un segnale di deterioramento di quest’ultimi. Spesso per il dispiacere di non buttare il cibo, si elimina la parte ammuffita cercando di salvare quella che consideriamo ancora utilizzabile. Tale comportamento in certi casi è considerato sconsigliato, poichè, l’alimento potrebbe essere già completamente degradato, con il rischio di intossicare reni, fegato, centri nervosi ed essere addirittura cancerogeno, soprattutto per quanto riguarda determinati tipi di muffa come ad esempio, le micotossine, che rientrano tra le più pericolose.

Alcuni cibi

Dunque è opportuno non consumare questi cibi deteriorati, specialmente in alcuni casi, i quali: il pane che va sempre buttato per intero, succhi di frutta, frutta, escluse le mele, verdure, frutta secca, spezie, carne e pesce. In molti casi, occorre disinfettare contenitori e dispense per evitare la diffusione in altri prodotti. Mentre per quanto riguarda i formaggi, se si parla di stagionati, si possono recuperare in parte, ed anche le confetture.

mangiare in compagnia

In compagnia di amici e familiari si mangia più volentieri

Un gruppo di psicologi dell’università di Birmingham ha pubblicato uno studio sulle abitudini a tavola

A chi non è mai capitato di tornare da un pranzo di famiglia o in compagnia di amici sentendosi più appesantiti del dovuto? Secondo un gruppo di psicologi dell’università di Birmingham, che hanno analizzato 42 diversi studi, la colpa non è della così detta “cucina della nonna” ma della nostra storia evolutiva.  Se ci ponessimo la domanda “perché mangiamo di più in compagnia?” la risposta cadrebbe sulle abitudini sociali della nostra storia arcaica.

In origine

Lo facevano già i nostri antenati cacciatori-raccoglitori, per i quali era una forma di “assicurazione” contro una caccia andata male: tornare a casa a mani vuote, scoprendo poi che qualcun’altro condividerà il suo cibo era un fortissimo collante sociale, insomma, assicurarsi che tutti avessero qualcosa da “mettere sotto i denti”, e ancor meglio in generose quantità, rasserenava gli animi. Tra l’altro mangiare da soli, quando nessuno può controllare le dosi, è un comportamento da sempre scoraggiato. E anche se oggi le nostre abitudini sono completamente diverse, abbuffarsi in solitudine è ancora considerato sconveniente, mentre la compagnia di amici spinge naturalmente a consumare più cibo, un comportamento definito dagli autori dello studio “social facilitation” come una sorta di “ricompensa collettiva”.

Con gli estranei

Al contrario quando siamo in compagnia di estranei tendiamo a mangiare meno del solito, fateci caso! Secondo l’autrice Helen Ruddock, che sostiene, riferendosi a quest’ultima condotta: “la gente vuole fare buona impressione prendendo porzioni piccole”. L’autrice mette anche in guardia sulle conseguenze del comportamento opposto, nato in un contesto di caccia e rimasto intatto fino a oggi: quando il cibo è abbondante, il rischio è di indulgere in comportamenti poco sani. Insomma quando andiamo ad un pranzo in famiglia dobbiamo essere pronti ad affrontare le nostre antiche origi, che ci porteranno per natura ad abbuffarci in compagnia.

food to go

Food to Go, in continua espansione il mercato del cibo pronto da portare via

La “schiscetta” in Italia, ormai, si compra al supermercato.
E’ attribuito alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) il grandissimo successo di Food to go. Dopo l’ascesa del mercato “food delivery” si è evidenziata la necessità di mettere in risalto un’ altra abitudine legata al consumo di cibi pronti, nasce così il mercato del ready to eat. Il cibo confezionato pronto da portare via e da consumare è ormai preso d’assalto nei banconi dei supermercati. Comode confezioni di insalata, frutta, dolci, primi piatti e contorni, dotate di un packaging accattivante, sono acquistabili anche nei bar e nei locali. Motivo di questo grande successo, secondo gli analisti, è la velocità e la praticità che garantisce il “food to go”, riuscendo a soddisfare ogni tipo di esigenza: dal consumatore vegano o vegetariano, il salutista, l’intollerante al lattosio o al glutine fino all’appassionato di sapori etnici.

Secondo un’ analisi dell’ Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy, il mercato del “ready to eat” nel 2018 ha registrato un aumento di vendita del +12,3% rispetto al 2017, raggiungendo un fatturato di oltre 1,3 miliardi di euro. In un momento storico in cui si va sempre di fretta e si hanno i minuti contati, questo metodo di conservazione di cibo permette di ampliare la fascia di mercato, attirando così lavoratori, single, famiglie e giovani studenti, accomunati dalla necessità di consumare un pasto veloce.

A Genova, come in tutta la Liguria, sempre più utilizzati i contenitori take away e le bio-box per il trasporto di cibo pronto, soluzioni utili ed importanti volte a salvaguardare l’ambiente.

La sfida del Food to go è ormai arrivata a coinvolgere l’intera industria alimentare, concentrata a studiare soluzioni innovative e applicabili a tutti i gusti.