latti

E’ il latte di soia il più nutriente tra quelli vegetali

Secondo uno studio della McGill University il latte più ricco e bilanciato, dopo quello vaccino, è il latte di soia.
I ricercatori hanno confrontato i valori nutrizionali del latte vaccino con i quattro latti vegetali più consumati e diffusi; il latte di soia, di mandorla, di cocco e di riso.

Il latte di soia presenta il profilo nutrizionale più equilibrato, consumato principalmente per le proprietà anti-cancerogene.

Il latte di cocco va per la maggiore in Asia e America, non contiene proteine, ha poche calorie e tanti grassi, viene consumato per ridurre i livelli di lipoproteine a bassa densità.

Il latte di riso è caratterizzato da un sapore dolce ma contiene poche sostanze nutritive, privo di lattosio viene maggiormente consumato da pazienti con problemi allergici causati da soia o mandorle.

Il latte di mandorla possiede un alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) considerati utili per la gestione del peso.

La dieta giapponese per prevenire i tumori

Pesce, riso, e ancora tofu, germogli... La dieta giapponese può essere un’alternativa alla dieta mediterranea in termini di benefici alla salute. Tra i principali effetti positivi, una più alta aspettativa di vita (79 anni per la mediterranea e 85 per la giapponese) e la riduzione di malattie cardiovascolari, diabete e cancro. Se ne è parlato a Roma nel corso di un incontro che ha raccontato attraverso studi scientifici come la cultura culinaria giapponese sia la più indicata per combattere già a tavola tante malattie. Sarà anche il segreto del loro elisir di lunga vita?
Recenti dati sul cancro alla prostata sembrano dimostrare come questo abbia un’incidenza maggiore nei Paesi dell’Occidente mentre, in Giappone, i numeri diminuiscono in maniera sorprendente, passando ad un’incidenza del 10%. Uno studio pubblicato su “Biology and Reproduction” ha dimostrato i benefici della “dieta giapponese” nella prevenzione del cancro alla prostata, poiché favorisce la produzione di una molecola chiamata Equol, prodotta dall’intestino quando digerisce la soia, che sarebbe in grado di bloccare l’azione di un ormone maschile, il DHT, che è collegato all’ipertrofia prostatica e al tumore. Inoltre, alcuni studiosi del dipartimento di Epidemiologia della Columbia University suggeriscono la «dieta orientale», povera di grassi, anche dopo l’accertamento del tumore, in quanto può influire anche sul decorso del tumore prostatico.
Dunque perché non dedicarsi a questa ghiotta cucina? Anche questo è in fondo far prevenzione!