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Italia accessibile per i foodies in carrozzella

Secondo la ricerca di Hayes&Jarvis sono 4 le città italiane elencate tra le 10 migliori al mondo facilmente accessibili in sedia a rotelle. Al primo posto Venezia con il 47,2% di locali accessibili, seguita da Firenze, Milano e Roma.
La top ten:
– Orlando 53.70%
Venezia 47.20%
Firenze 46.90%
– Johannesburg 43.80%
– Miami 37.80%
– Dublino 36.10%
Milano 35.50%
Roma 35.40%
– Las Vegas 34.80%
– Barcellona 32.70%

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In Italia, un bambino su tre è in sovrappeso

Il rapporto sulla malnutrizione infantile della Ong Helpcode, pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro l’obesità, afferma che in Italia un bambino su tre, nella fascia di età tra i 6 e i 9 anni, è in sovrappeso o obeso, questo sarebbe il tasso maggiore di tutta l’Europa.

In Italia i bambini obesi o in sovrappeso sono circa 100mila, con una prevalenza del 21% per i maschi sul 14% delle femmine. In cima alla lista si trovano i bambini campani con oltre il 40% di obesità, seguiti da Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. Le percentuali maggiori si trovano nelle famiglie con livelli di istruzione e di reddito inferiori rispetto alla media e in particolare nel Centro e nel Sud del Paese.

Helpcode, in collaborazione con UOC Clinica Pediatrica ed Endocrinologia dell’Istituto Giannina Gaslini (Università degli studi di Genova) ha lanciato la campagna “C’era una volta la cena” con lo scopo di promuovere educazione e prevenzione alimentare, offrendo anche un programma di Cash and Voucher per garantire cibo sano alle famiglie in povertà.

pesto

Tre famosi chef di New York a lezione di pesto e focaccia

Da giovedì 14 a domenica 17 novembre, tre tra i più famosi chef italiani d’America, tutti residenti a New York, saranno a Genova per conoscere i segreti delle eccellenze alimentari genovesi per poterle poi promuovere a New York, anche grazie alle riprese televisive che verranno realizzate durante la loro permanenza nella nostra città. Roberto Caporuscio, Angelo Competiello e Cesare Casella sono i nomi di spicco della ristorazione italiana a New York.

L’idea di questa collaborazione è nata e ha preso forma durante la visita a New York della delegazione genovese per il Columbus Day. Laura Gaggero assessore allo Sviluppo Economico Turistico e Marketing Territoriale, dichiara:” Abbiamo riscontrato un forte interesse per tutto ciò che riguarda la cultura italiana del mangiar bene, e la cucina ligure si presta benissimo a rappresentare il punto d’incontro tra la tradizione e l’innovazione, che è ciò che i tre chef nostri ospiti esprimono. Ci piace molto il loro modo, intelligente e simpatico, di utilizzare i media, soprattutto i social, per far conoscere la cucina italiana. Per questo vorremmo che questo incontro ci aiutasse a diffondere in America non solo l’immagine dei prodotti tipici della nostra cucina, ma soprattutto quella di una città che possa interessare, incuriosire e attrarre il pubblico dei food lovers internazionali, settore di mercato turistico molto interessante e in continua crescita”.

Prosegue l’assessore alla Cultura di Regione Liguria Ilaria Cavo:”Le celebrazioni Colombiane a New York hanno costituito una grande occasione di promozione delle eccellenze di Genova e della Liguria. I nostri prodotti tipici, come il pesto e la focaccia, sono uno straordinario volano non solo economico e turistico ma anche culturale, sono il legame con il territorio, fanno parte delle tradizioni che vengono tramandate di generazione in generazione. Per questo la Regione è impegnata per promuovere il pesto e le materie prime che sono alla base della sua preparazione, sostenendo anche la sua candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. La presenza e l’interesse dei tre chef che arriveranno a Genova è la prova delle potenzialità internazionali di questi tesori di Liguria”.

Il presidente della Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio aggiunge:“Genova sta diventando una destinazione sempre più conosciuta a livello internazionale anche per merito della sua cucina, dei suoi prodotti di grande qualità e della creatività dei suoi cuochi”.

Conclude poi Gianni Berrino, l’assessore regionale alla Promozione turistica e Marketing territoriale :“Il fatto che tre grandi chef italiani residenti in America di fama internazionale vedano coi loro occhi le coltivazioni delle materie prime e si cimentino nella preparazione dei prodotti che rendono famosa la Liguria nel mondo, ci rende particolarmente orgogliosi. Grazie a questa visita il pesto e la focaccia troveranno maggiormente spazio nei menu dei ristoranti della Grande Mela. E, grazie a ciò, sono certo che saranno sempre di più i turisti americani intenzionati a soggiornare da noi perché attratti anche dai nostri prodotti enogastronomici”.

Gli incontri si terranno in diversi luoghi e con diversi programmi: giovedì 14 novembre, gli chef prepareranno alcune ricette a base di pesto presso “le serre di Prà”, venerdì 15 saranno invece ospiti del MOG (Mercato Orientale di Genova), a partire dalle ore 9 verrà loro insegnata la preparazione della focaccia genovese. Nel pomeriggio, alle ore 16.45, saranno a palazzo Tursi per un incontro ufficiale con il Sindaco Marco Bucci, per poi spostarsi, alle ore 17, nelle cucine storiche di Palazzo Spinola, uno dei palazzi dei Rolli patrimonio UNESCO, dove assisteranno a una dimostrazione di pesto al mortaio. La giornata di sabato 16 novembre comincerà, invece, alle ore 10, con la visita guidata delle più belle botteghe storiche della città. Nel pomeriggio i tre chef prenderanno parte a un laboratorio di focaccia al formaggio, nuovamente al MOG.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

pasta

Protagonista mondiale in cucina, la pasta non è mai banale

 Pasta world Wide

In seguito ad una ricerca realizzata da Eumetra per Unione Italiana Food, la pasta risulta una delle prelibatezze italiane più ricercate al mondo. L’Italia si conferma anche nel 2018 leader mondiale con 3,4 milioni di tonnellate di pasta prodotte dai nostri pastifici, davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia. Il 58% della produzione italiana viene immesso in mercati esteri. Germania, Regno UnitoFranciaStati Uniti e Giappone sono i paesi dove esportiamo di più. Qualità ed innovazione sono i motori propulsori di questo settore che conta 120 imprese e dà lavoro a 7.500 addetti generando un giro di affari di 4,8 miliardi di Euro. Non solo la classica pasta, la produzione dà il via libera alla sperimentazione di altri tipi di grano, come ad esempio, saraceno, farro, kamut e Timilia. Una cucina inclusiva anche per chi per esempio non può consumare la classica pasta di grano duro, perché celiaco (il due per cento degli italiani, quasi un milione di persone, più altri tre milioni di gluten sensitive, ossia costretti a ridurre il consumo di glutine). La scelta è ampia, dalla pasta a base di riso, di mais, di quinoa a quella di farina di legumi.

La pasta 2.0

In costante crescita la pasta di legumi: di fagioli, di piselli di lenticchie, che si presenta sempre coloratissima ed in svariate forme, viene considerata la versione 2.0 di uno dei cibi più amati al mondo. Il successo di questa particolarità è correlato al trend in crescita vertiginosa del prodotto “free from”. Solitamente viene prodotta come “pasta corta”, tra i più gettonati ci sono: i fusilli le penne i sedanini, farfalle o casarecce. La cottura è più veloce rispetto alla tradizionale pasta, grazie ai legumi il sapore è originale e gli abbinamenti culinari che si creano sono innovativi. L’elemento chiave del “Boom” dell’originale pasta si deve alla crescente consapevolezza dei benefici legati agli alimenti ricchi di fibre, alto tenore proteico e scarsità di carboidrati. Si sa un bel piatto di pasta fa sempre gola ma molti rinunciano a questo piacere per non trascurare la linea. Infatti se si parla di carboidrati, il consumo si riduce del 17%, (la porzione media passa da 106 grammi a 87 grammi) e cala del 6% la frequenza di consumo di spaghetti. La pasta è il primo alimento consumato a pranzo (lo fa l’85% del campione) e l’ultimo a cena con il 17% delle preferenze. Anche per questo motivo la pasta di legumi è molto richiesta si trova anche” gluten free”. Si inserisce perfettamente nel segmento dei prodotti healthy che un numero sempre più cospicuo di italiani mette nel carrello.

miele

Dal Piemonte al Molise, la storia dei mieli italiani

Dal miele della Lunigiana fino a quello di agrumi, viaggio nelle proprietà terapeutiche delle eccellenze italiane

Il miele italiano e le sue virtù terapeutiche sono ormai note. Utilizzato come antianemico, antimicrobico e riequilibrante generale dell’organismo, il miele non contiene unicamente saccarosio ma è ricco di importanti sostanze nutritive: fruttosio, glucosio, maltosio, vitamine, fitostimoline ormonale, oligoelementi e sostanze aromatiche.

Miele di castagno italiano: Il miele della Lunigiana (Toscana) ha il colore dell’ambra scura, tende al rossastro e si mantiene per lungo tempo allo stato liquido. Consigliato per gli sportivi, i bambini e per gli anemici, questo miele è caratterizzato da un odore forte e un sapore molto intenso in cui il dolce riesce a fondersi perfettamente con l’amaro.

Miele di acacia italiano: La Robinia Pseudoacacia è il fiore da cui si ottiene questo tipo di miele. Di questo alimento è stata preservata l’eccellenza sin dal 1934 con la creazione del Consorzio Qualità Miele Varesino (Lombardia). Particolare per la consistenza liquida, la rara cristallizzazione e il colore trasparente, questo miele è caratterizzato da un profumo delicato, molto leggero e un sapore dolce accompagnato da un’aroma vanigliato.

Miele di tarassaco italiano: Un miele leggermente amaro che assume riflessi di colore giallo. Utilizzato principalmente in accostamento ai formaggi tipici della tradizione bellunese (Veneto), territorio di maggior produzione di questo alimento.

 

Per i migliori mieli d’Italia, al Concorso Internazionale “Roberto Franci”, con 3 riconoscimenti a testa, le regioni italiane più premiate sono: Piemonte e Molise.

Per il più antico appuntamento, a Montalcino, della “Settimana del miele” ecco i premi, divisi per categoria, assegnati alle regioni italiane:

  • Mieli primaverili: al primo posto il miele di erica dell’Azienda Agricola La Brescia di Giada Verani (Pisa)
  • Mieli estivi: al primo posto il miele di corbezzolo prodotto da Antica Apicoltura Gallurese (Sassari), al secondo posto il miele di girasole de l’Ape e l’Arnia di Giulio Iacovanelli (Macerata) e al terzo posto il miele di rododendro di Miemole di Rosa Lambiase (Torino)
  • Miglior Miele di coriandolo: al primo posto Apicoltura Luca Finocchio (Campobasso), al secondo posto Apicoltura Colle Salera (Foggia)
  • Miglior Miele di castagno: al primo posto Apicoltura Canavesana di Deborah Caserio (Torino)
  • Miglior Miele di acacia: al primo posto Apicoltura Colle Salera (Pescara), al secondo posto l’Apicoltura Canavesana di Deborah Caserio (Torino)
  • Miglior Miele millefiori: al primo posto Apicoltura Colle Salera (L’Aquila)
  • Miglior Miele di sulla: al primo posto L’Ape e l’Arnia di Iacovanelli (Campobasso)
  • Miglior Miele di agrumi: al primo posto L’Ape e l’Arnia di Iacovanelli (Taranto)