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Anche l’Italia dice NO alle plastiche monouso, arriva la cannuccia commestibile

Entro il 2021 la cannuccia monouso verrà eliminata per sempre e la Cooperativa Fossombrone nelle Marche trova il modo di sostituirla con la cannuccia commestibile.

In Italia la prima cannuccia commestibile prende il nome di Sorbos, disponile in 7 differenti aromi (fragola, zenzero, limone, cioccolato, lime, mela e cannella) è stata realizzata con zucchero glassato, amido di mais e acqua.

La cannuccia marchigiana, invece, è a base di riso e mais, priva di OGM, quindi completamente biodegradabile, e gluten free, perciò adatta ai celiaci. Si chiama Canù la nuova cannuccia di pasta forata, le zite, realizzata in formato lungo. Il colore è quello naturale della pasta ma con una piccola aggiunta, ad esempio di lenticchie rosse, può assumere diverse sfumature.

pasta

Protagonista mondiale in cucina, la pasta non è mai banale

 Pasta world Wide

In seguito ad una ricerca realizzata da Eumetra per Unione Italiana Food, la pasta risulta una delle prelibatezze italiane più ricercate al mondo. L’Italia si conferma anche nel 2018 leader mondiale con 3,4 milioni di tonnellate di pasta prodotte dai nostri pastifici, davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia. Il 58% della produzione italiana viene immesso in mercati esteri. Germania, Regno UnitoFranciaStati Uniti e Giappone sono i paesi dove esportiamo di più. Qualità ed innovazione sono i motori propulsori di questo settore che conta 120 imprese e dà lavoro a 7.500 addetti generando un giro di affari di 4,8 miliardi di Euro. Non solo la classica pasta, la produzione dà il via libera alla sperimentazione di altri tipi di grano, come ad esempio, saraceno, farro, kamut e Timilia. Una cucina inclusiva anche per chi per esempio non può consumare la classica pasta di grano duro, perché celiaco (il due per cento degli italiani, quasi un milione di persone, più altri tre milioni di gluten sensitive, ossia costretti a ridurre il consumo di glutine). La scelta è ampia, dalla pasta a base di riso, di mais, di quinoa a quella di farina di legumi.

La pasta 2.0

In costante crescita la pasta di legumi: di fagioli, di piselli di lenticchie, che si presenta sempre coloratissima ed in svariate forme, viene considerata la versione 2.0 di uno dei cibi più amati al mondo. Il successo di questa particolarità è correlato al trend in crescita vertiginosa del prodotto “free from”. Solitamente viene prodotta come “pasta corta”, tra i più gettonati ci sono: i fusilli le penne i sedanini, farfalle o casarecce. La cottura è più veloce rispetto alla tradizionale pasta, grazie ai legumi il sapore è originale e gli abbinamenti culinari che si creano sono innovativi. L’elemento chiave del “Boom” dell’originale pasta si deve alla crescente consapevolezza dei benefici legati agli alimenti ricchi di fibre, alto tenore proteico e scarsità di carboidrati. Si sa un bel piatto di pasta fa sempre gola ma molti rinunciano a questo piacere per non trascurare la linea. Infatti se si parla di carboidrati, il consumo si riduce del 17%, (la porzione media passa da 106 grammi a 87 grammi) e cala del 6% la frequenza di consumo di spaghetti. La pasta è il primo alimento consumato a pranzo (lo fa l’85% del campione) e l’ultimo a cena con il 17% delle preferenze. Anche per questo motivo la pasta di legumi è molto richiesta si trova anche” gluten free”. Si inserisce perfettamente nel segmento dei prodotti healthy che un numero sempre più cospicuo di italiani mette nel carrello.

tenero

Lapsang souchong, il tè nero dalle mille sfumature

Il lapsang souchong è un tè nero, completamente ossidato, originario del Fujian (Cina). Molto amato dagli chef, viene considerato un ottimo ingrediente in cucina grazie alla sua principale caratteristica: l’affumicatura. Adatto ad aromatizzare i cibi, questo alimento, è reso unico dalla particolare affumicatura delle foglie con legno di pino che rende intenso il suo sapore di fumo e tabacco.

La particolarità di questo tè nero può portare innovazione alla tradizione, viene infatti utilizzato in ricette dolci e salate. Spesso viene sbriciolato e abbinato a vellutate o verdure saltate in padella. Viene principalmente utilizzato, però, come nota aromatica ai prodotti da forno come pane e grissini e come sfumatura affumicata per i prodotti come pollo, pesce e maiale. Esistono cioccolatini e gelati al lapsang souchong e addirittura birre come quella creata da Teo Musso, la “X Fumè”.

Questo ingrediente riesce a rendere unica e particolare ogni tipo di portata, le sue molteplici sfumature portano armonia ed equilibrio a piatti per tutti i gusti.

Group of lentils isolated on white background

Effetti benefici e utilizzo gastronomico del legume più conosciuto dall’uomo

La lenticchia, coltivata da più di settemila anni, è il legume più conosciuto dall’uomo per anzianità. Considerata come alimento sano e digeribile, essa contiene il 53% di carboidrati, il 25% di proteine e il 2% di oli vegetali, ricca di fosforo, vitamine B e ferro. Le lenticchie possono essere consumate con alimenti a base di cereali, per favorire l’assimilazione di proteine, e sono spesso accompagnate da pasta, pane e riso. Questo genere di legume è famoso per il suo utilizzo ricorrente nella notte di San Silvestro ma non è nota la molteplicità di lenticchie che possiamo assaporare a partire da quelle nere, rosse verdi, marroni, fino alle decorticate.

Le varianti

Alcune tra le migliori sono: Puy, le lenticchie di colore verde scuro, molto piccole e pregiate. Si prestano bene a ricette complesse per il loro gusto intenso. Un piatto ideale per questo genere di lenticchie potrebbe essere una zuppa semplice, magari con un filo d’ olio extravergine e altre spezie, come salvia e aglio. Ci sono poi le egiziane: lenticchie di colore marroncino, tendente al rosso. Importante non confonderle con le lenticchie decorticate che si presentano di un colore molto simile: rosso-arancione. Ideali per la preparazione di purè e creme, sono molto buone in accostamento a cuscus, zuppe e cereali. Il Leonforte, invece, è la lenticchia nera più pregiata d’Italia. Infine, le canadesi, le più diffuse al mondo, sono prodotte in India, Cina e Iran. Caratterizzate da un colore verde si contraddistinguono per le grandi dimensioni. Questo tipo di lenticchia non necessita una lunga cottura ed è ideale servita come contorno asciutto.

I benefici

L’aspetto che accomuna tutte le varianti di lenticchie è l’elevato contenuto di fibre che permette di mantenere controllato il colesterolo e regolarizzare l’attività intestinale. Un altro beneficio risiede nello scarso contenuto di grassi insaturi che rende questo alimento ottimo per la prevenzione di patologie cardiovascolari.

mangiare in compagnia

In compagnia di amici e familiari si mangia più volentieri

Un gruppo di psicologi dell’università di Birmingham ha pubblicato uno studio sulle abitudini a tavola

A chi non è mai capitato di tornare da un pranzo di famiglia o in compagnia di amici sentendosi più appesantiti del dovuto? Secondo un gruppo di psicologi dell’università di Birmingham, che hanno analizzato 42 diversi studi, la colpa non è della così detta “cucina della nonna” ma della nostra storia evolutiva.  Se ci ponessimo la domanda “perché mangiamo di più in compagnia?” la risposta cadrebbe sulle abitudini sociali della nostra storia arcaica.

In origine

Lo facevano già i nostri antenati cacciatori-raccoglitori, per i quali era una forma di “assicurazione” contro una caccia andata male: tornare a casa a mani vuote, scoprendo poi che qualcun’altro condividerà il suo cibo era un fortissimo collante sociale, insomma, assicurarsi che tutti avessero qualcosa da “mettere sotto i denti”, e ancor meglio in generose quantità, rasserenava gli animi. Tra l’altro mangiare da soli, quando nessuno può controllare le dosi, è un comportamento da sempre scoraggiato. E anche se oggi le nostre abitudini sono completamente diverse, abbuffarsi in solitudine è ancora considerato sconveniente, mentre la compagnia di amici spinge naturalmente a consumare più cibo, un comportamento definito dagli autori dello studio “social facilitation” come una sorta di “ricompensa collettiva”.

Con gli estranei

Al contrario quando siamo in compagnia di estranei tendiamo a mangiare meno del solito, fateci caso! Secondo l’autrice Helen Ruddock, che sostiene, riferendosi a quest’ultima condotta: “la gente vuole fare buona impressione prendendo porzioni piccole”. L’autrice mette anche in guardia sulle conseguenze del comportamento opposto, nato in un contesto di caccia e rimasto intatto fino a oggi: quando il cibo è abbondante, il rischio è di indulgere in comportamenti poco sani. Insomma quando andiamo ad un pranzo in famiglia dobbiamo essere pronti ad affrontare le nostre antiche origi, che ci porteranno per natura ad abbuffarci in compagnia.

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Nasce la guida sull’ospitalità dei ristoranti italiani

La guida “I protagonisti dell’ospitalità nella ristorazione italiana”, realizzata dall’associazione Noi di Sala, nasce con l’obbiettivo di fornire un’ immagine chiara e approfondita dei mestieri legati alla ristorazione. Il volume è incentrato sul lavoro di tutto il personale di sala e la sinergia con cui garantisce il servizio, a partire da come si versa o si stappa una bottiglia di vino pregiato, come si prepara un cocktail in sala, quali calici utilizzare in base alla tipologia di vino, fino all’importanza del gioco di squadra e della formazione.

Sono 159 i ristoranti e le osterie inserite nella guida. All’interno nomi celebri tra cui: Marco Reitano, head sommelier de “La Pergola” e presidente di Noi di Sala, Matteo Zappile, restaurant manager e head sommelier de “Il Pagliaccio”, Luca Boccoli, sommelier e patron di “Selezione Boccoli” e Davide Merlini, maitre e head sommelier de “Le Jardin de Russie”. Importanti per la nuova guida sono anche i contributi di 20 delle più importanti firme del settore food&wine.

Questa iniziativa propone linee guida e aggiornamenti in fatto di vino, descrive la tradizione dell’ospitalità in Italia e l’importanza della ricerca di qualità per soddisfare ogni tipo di esigenza.

 

 

SALE

Come salare ogni piatto alla perfezione

Come dosare il sale per ogni alimento? salare gli alimenti non è un tema su cui gli chef scherzino mai. Come tutte le spezie anche il sale va dosato nella giusta quantità, in cucina il sale è un dettaglio che innesca spesso un dubbio in molti di noi.

Gli alimenti

Per alcuni piatti dosare il sale risulta meno complicato come ad esempio per la pasta, calcolando che ogni 100 grammi si usa un litro d’ acqua, quest’ultima va salata all’1%: significa 10 grammi di sale grosso, corrispondenti ad un cucchiaino all’incirca ogni litro, stop, semplicissimo. Per quanto riguarda gli altri alimenti la misurazione è più complessa, ecco alcuni accorgimenti che vi aiuteranno: prima di salare, tenete per prima cosa in conto la salinità naturale degli altri ingredienti contenuti nel piatto. Alcuni esempi sono ovvi, come il parmigiano, il pecorino e la pancetta o il prosciutto crudo, per non parlare di acciughe o alici. Alcuni elementi meno ovvi sono le salse, come il ketchup e la maionese che portano già all’interno una notevole salinità, è probabile che siano piuttosto salati anche pane, grissini e simili. Tenetene conto, quando salate un hamburger. Ed infatti l’alimento su cui risulta più problematico dosare il sale è proprio la carne, ma anche qui potete provare ad applicare una semplice regola: un pizzico di sale scarso a due dita a porzione dovrebbe bastare. Più o meno la stessa quantità vale per le verdure. Esistono inoltre alimenti come succo di limone, aceto, pepe e altre spezie che pur non essendo particolarmente salati aggiungono sapidità ai vostri piatti. Di conseguenza se sono presenti potrete sicuramente andarci piano con il sale.

La salute

Se si parla di salute invece la situazione cambia e si tende in ogni caso ad usare il sale con parsimonia. Gli esperti e le organizzazioni specializzate raccomandano, nel caso degli adulti, di non assumere più di 5 grammi di sale al giorno. Per fortuna la misurazione è molto semplice, perché 5 grammi di sale corrispondono all’incirca ad un cucchiaino. Qualcuno poi si è preso la briga di misurare con una certa precisione quanto sia un “pizzico” di sale, e ha concluso che un pizzico a due dita è circa un decimo di cucchiaino, e quindi della vostra dose giornaliera, mentre un pizzico a tre dita a seconda delle dimensioni delle vostre mani può corrispondere a una misura compresa tra un quarto e un ottavo di cucchiaino. Con grande approssimazione possiamo quindi dire che avete diritto a una decina di pizzichi di sale a due dita al giorno, o a cinque pizzichi a tre dita.

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Otto cibi da evitare nell’alimentazione dei bambini

Quando si parla di cibo spazzatura, “Junk Food”, sappiamo bene quanto sia importante tenerne a distanza i bambini. Mamme e papà, dovrebbero sapere che una dieta equilibrata per i loro piccoli è una dieta varia, in cui si consuma un po’ di tutto nelle giuste porzioni, favorendo in questo modo la consapevolezza nella gestione del proprio senso di fame e di sazietà. Il rischio quando non si ha una sana alimentazione è l’aumento dei tassi di ipertensione, ictus, diabete e altre malattie croniche che possono colpire già in tenera età. Gli alimenti che tutti i bambini dovrebbero evitare, sono quelli che hanno uno scarso valore nutrizionale e un alto contenuto calorico, spesso troppo ricchi di zuccheri e grassi. Alcuni cibi consumati abitualmente, sarebbe meglio, usarli con più moderazione, elenchiamo quindi alcuni alimenti che andrebbero evitati: Succhi di frutta, comodi per una merenda o colazione veloce, ma non certo sinonimo di sano. Una sana alternativa può essere una spremuta di arancia fatta in casa, oppure un frutto da consumare come tale. Bevande gassate, ricche di calorie e zuccheri, aumentano il rischio di insorgenza di diabete, e contengono inoltre coloranti da evitare soprattutto per i bambini. Tanto amate dai più piccoli sono le caramelle gommose, realizzate con molto zucchero, aromi, coloranti artificiali e una piccola quantità di gelatina per dare consistenza. Attenzione anche ai biscotti, contengono grassi saturi e idrogenati, che nel lungo termine possono causare un aumento di colesterolo e trigliceridi. Se si ha del tempo i biscotti o le torte per la colazione si possono fare in casa con facilità, ancor meglio se riduciamo la quantità di zucchero. Il Dado, un saporitore artificiale ricco di grassi e glutammato, un esaltatore di sapidità che non fa bene ai bambini, abituandoli a mangiare salato. Meglio utilizzare le spezie oppure preparare del brodo vegetale fatto in casa. Patatine fritte, molto caloriche e ricche di sodio, sono dannose per la salute poiché contengono una sostanza cancerogena che si forma durante la cottura di alimenti come le patate. Il consiglio in questo caso è di ridurne il consumo in generale del fritto e prediligere le patate cotte al forno. Spesso utilizzate le salse pronte, ricchi di conservanti, grassi e molto caloriche. Si possono sostituire con delle salse o sughi fatti in casa. Infine il pancarrè contiene l’alcol etilico, che serve per conservare al meglio il pane in cassetta. Per questo motivo è altamente sconsigliato per i bambini, poiché non sono in grado di metabolizzare l’alcool presente.

 

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Too Good To Go, il cibo scontato tramite applicazione

Too Good To Go è applicazione nata nel 2015 in Danimarca e presente con oltre 14 milioni di utenti in 13 nazioni del Vecchio Continente, tradotto in italiano Too Good To Go vuole significare “troppo buono per essere buttato via”. Si tratta di un’ applicazione che punta alla diminuzione dello spreco evitando la pattumiera a prodotti che inevitabilmente, avrebbero fatto quella fine. Come è possibile tutto ciò? Tramite un elenco di ristoranti, supermercati, bar e negozi di alimentari, che offrono, a prezzi super convenienti delle “Magic Box”, ovvero, una scatola magica il cui incanto è far sparire dagli scaffali, dai banconi e dalle cucine, le pietanze e gli ingredienti invenduti del giorno. L’applicazione indica la zona più vicina ed è presente una fascia oraria e un prezzo che va in media dai due ai sei euro. Ideale per una serata tra amici, magari davanti a un bel film o una partita di calcio, Too Good To Go offre un assortimento di gusti che altrove paghereste anche il quadruplo. Siete scettici? non sarà necessario, perché questa novità mantiene l’affidabile e tradizionale metodo delle recensioni, dove potrete verificare l’efficienza del servizio. Un punto forte di questo servizio è la “temporalità” che indica quando un prodotto sta per scadere tramite un timer, che segnala con “ultima possibilità” quando una proposta sta per scadere sollecitando la clientela ad approfittare delle speciali occasioni che quest’app offre! Poco sotto c’è la sezione “Persi per un pelo!”, che esibisce le occasioni che ci sono sfuggite. Oltre a bar e ristoranti, sushi incluso, all’iniziativa partecipano pure supermercati e banchi dei mercati.

Arriva anche a Genova

Too Goo To Go ha decisamente conquistato anche l’Italia, è presente in vari capoluoghi nostrani, dalle ovvie Milano, Roma, Torino e Firenze, anche a Bologna,Verona e la nostra Genova! Vendute oltre 100 mila scatole, buste e confezioni varie, chi compra una volta continua a farlo. Dalla costola italiana dell’applicazione fanno sapere che viene acquistato oltre l’80 per cento delle Magic Box. Uno tra gli elementi cardine di Too Good To Go, è la quantità limitata delle proposte. Non solo sono ritirabili nella fascia oraria indicata (spesso a fine giornata, ma anche la mattina successiva, dunque sì, funziona pure per le colazioni o la spesa per il pranzo), ma a caratterizzarle è anche la rarità: di norma ce ne sono una o due rimanenti. È come andare in un ristorante e sapere che il vostro dolce preferito sta per terminare, ed indugiare significa farselo soffiare da qualcun altro! Si scatena tra gli utenti una competizione invisibile per accaparrarsi l’offerta migliore, prima che sfugga via.

L’aspetto Etico

L’aspetto etico di quest’idea è evidente, poiché il fine del progetto è quello di evitare lo spreco che di questi tempi è molto frequente nelle nostre case. Oltre al valore morale Too Goo To Go mantiene il suo caratteristico “buon senso”, anche nella concretezza. Per limitare l’uso di imballaggi, si è incoraggiati a portare da casa contenitori e sacchetti, che potranno poi essere riutilizzati. È stato infatti calcolato che ognuna permetterebbe di evitare l’emissione di 2 chilogrammi di CO2. Il senso è sottinteso: meglio consumare il cibo che smaltirlo. Quello sprecato, è responsabile dell’8 per cento delle emissioni globali di gas serra. Oltre all’utilità non dimentichiamo l’aspetto divertente dell’ignoto di ogni scatola: non sapere cosa si è comprato, cosa si sta per mangiare, una vera sorpresa ad ogni prenotazione.

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Food to Go, in continua espansione il mercato del cibo pronto da portare via

La “schiscetta” in Italia, ormai, si compra al supermercato.
E’ attribuito alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) il grandissimo successo di Food to go. Dopo l’ascesa del mercato “food delivery” si è evidenziata la necessità di mettere in risalto un’ altra abitudine legata al consumo di cibi pronti, nasce così il mercato del ready to eat. Il cibo confezionato pronto da portare via e da consumare è ormai preso d’assalto nei banconi dei supermercati. Comode confezioni di insalata, frutta, dolci, primi piatti e contorni, dotate di un packaging accattivante, sono acquistabili anche nei bar e nei locali. Motivo di questo grande successo, secondo gli analisti, è la velocità e la praticità che garantisce il “food to go”, riuscendo a soddisfare ogni tipo di esigenza: dal consumatore vegano o vegetariano, il salutista, l’intollerante al lattosio o al glutine fino all’appassionato di sapori etnici.

Secondo un’ analisi dell’ Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy, il mercato del “ready to eat” nel 2018 ha registrato un aumento di vendita del +12,3% rispetto al 2017, raggiungendo un fatturato di oltre 1,3 miliardi di euro. In un momento storico in cui si va sempre di fretta e si hanno i minuti contati, questo metodo di conservazione di cibo permette di ampliare la fascia di mercato, attirando così lavoratori, single, famiglie e giovani studenti, accomunati dalla necessità di consumare un pasto veloce.

A Genova, come in tutta la Liguria, sempre più utilizzati i contenitori take away e le bio-box per il trasporto di cibo pronto, soluzioni utili ed importanti volte a salvaguardare l’ambiente.

La sfida del Food to go è ormai arrivata a coinvolgere l’intera industria alimentare, concentrata a studiare soluzioni innovative e applicabili a tutti i gusti.

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#StopTheWaste: parte la sfida per le ricette antispreco

Dallo scorso 9 ottobre 2019 è partito Stop the Waste, promosso dal WFP (World Food Programme) delle Nazioni Unite. Si tratta della campagna globale per sensibilizzarci contro lo spreco, che ci fa notare, attraverso questa sfida social, le potenzialità di ogni alimento e prodotto, che invece ingenuamente nella vita quotidiana consideriamo “scarti”.

Una delle cause del riscaldamento globale riguarda il nostro comportamento, se non venisse consumato più di quello che serve, comprando e mangiando il giusto, senza dover arrivare al punto “di buttare nell’immondizia”, nel mondo ci sarebbe cibo per tutti e non dovremmo coltivare in modo intensivo.

Un terzo dei 4 miliardi di tonnellate di cibo prodotti ogni anno viene sprecato, causando all’economia globale una perdita spropositata.

Ma come possiamo fare per migliorare questo status? La sfida social ci invita a partecipare,con una buona dose di fantasia allo “#StopTheWaste” Le Nazioni Unite lanciano una sfida, guidandoci tramite alcune regole:

Cerca nel tuo frigorifero o nella tua dispensa un alimento che sia vicino alla data di scadenza e che possa ancora essere consumato

1 – Scatta un selfie mentre lo prepari o lo mangi

2 – Condividi la foto sui social media utilizzando l’hashtag #StopTheWaste e sfida tre amici a fare lo stesso taggandoli nel post

3 – Fai un ulteriore passo: condividi sui tuoi profili social le ricette realizzate con il cibo avanzato o organizza una cena a casa tua invitando i tuoi amici a fare lo stesso!

CCREA

CCREA, nuova accademia per professionisti del food in terra ligure

Ha preso vita il progetto di un’accademia culturale che dia la possibilità di accedere a corsi di formazione, viaggi studio, eventi, show cooking. In questo progetto verranno pianificate tutte le azioni necessarie allo sviluppo e al mantenimento della tradizione enogastronomica ligure ed italiana in generale.

La presentazione di CCREA è avvenuta lo scorso 15 ottobre presso il Ristorante Rocco e i suoi Fratelli di Rapallo. Dall’amore per la cucina di 5 amici: Claudio Fortuna, Rocco Costanzo, Emanuele Revello, Andrea Zino e Corrado corti; grazie alle loro esperienze e competenze, nasce CCREA al fine di aiutare la crescita della professionalità nel mondo del food che fa da protagonista nella nostra quotidianità.

Dal mese di ottobre inizieranno i corsi di formazione. Il primo sarà, “La cucina mediterranea d’autore e moderne tecniche di food design“. I propositi e le parole dei fondatori di questa novità sono piene di entusiasmo, così ci racconta Emanuele Revello:”Il sogno è quello di portare grandi Chef e Maitre di sala qui nel Tigullio per offrire sapere e formazione accessibile. Dopo alcune esperienze pilota, abbiamo dato vita a questa nostra creatura per cercare di colmare un vuoto che sentivamo nel settore”.

“Coniugare presente, passato e futuro per tutti quelli che vogliono stare al passo coi tempi, senza dimenticare da dove veniamo”. Riassume così, lo Chef Corrado Corti.

Eclettico imprenditore nel settore della ristorazione locale, già Maitre di sala e Sommelier in grandi hotel 5 stelle, con un recente passato televisivo, Rocco Costanzo afferma: “Crescere, imparare infinitamente, scambiarsi idee e il confronto quale base per trovare soluzioni e migliorare”.

Aggiunge poi Chef Claudio Fortuna: “Formazione al giorno di oggi significa assorbire tante altre conoscenze, da ogni fonte possibile, senza pensare di essere mai arrivati, ma con il desidero ardente di stare al passo coi tempi; CCREA è l’occasione giusta, ci troviamo nel posto giusto al momento giusto!”.

Chiude Andrea Zino, maestro pasticcere,”La pasticceria è un po’ una galera, ma dove la creatività, la fantasia, la passione danno vita a magiche creazioni, di gusto”.